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PALAZZO VENDEMINI
BIBLIOTECA COMUNALE SAVIGNANO SUL RUBICONE (FC)

2017 - 2023

La storia

Il “Palazzo Vendemini” sorge nel centro storico di Savignano sul Rubicone a breve distanza dal ponte romano, lungo l'antica via Emilia, oggi Corso Vendemini. Savignano ha una storia insediativa particolare: dal "Compitum" romano che si sviluppa ad ovest del Rubicone, quale crocevia appunto tra Ravenna, le terre del nord-ovest e le valli appenniniche; al periodo di evangelizzazione con la nascita ed il consolidarsi tra il VI e l'VIII secolo delle prime chiese tra le quali S. Giovanni in Compito; alla costruzione del castello vecchio all'inizio del XII secolo in zona pedecollinare per ovvie ragioni di sicurezza, a confine tra Regno longobardo e Ravenna Bizantina.

A questo punto, siamo alla metà del XII secolo, nasce il borgo antico sulla via Emilia in prossimità del ponte di pietra sul Rubicone a nord della via stessa; esso quindi non nasce, come di regola, in prossimità delle mura castellane per saturazione degli spazi interni, ma lontano dal castello, in pianura, per sfruttare le possibilità commerciali di questa arteria, in particolare in prossimità del ponte fluviale.

Il castello nuovo nasce nella seconda metà del XIII secolo come fortificazione del borgo vecchio, sfruttando la posizione privilegiata compresa nell'ansa tra Rubicone e Fossa del Molino, veri e propri fossati naturali. E’ del 1359 la fondazione del primo nucleo della struttura urbana dell’attuale Savignano ad opera del cardinale Albornoz, incaricato dal Papa di ristabilire la sua autorità nell’Italia centrale creando un vero e proprio sistema di capisaldi strategici. Rimane escluso dalla cinta muraria il borgo nuovo, difficilmente fortificabile per la sua forma allungata lungo la via Emilia verso Rimini.

Il Palazzo occupa per intero un piccolo isolato di forma pressoché triangolare ed avente una superficie complessiva vicina ai 380 mq. È attualmente delimitato da: via dei Forni, Vicolo Vallicelli, Corso Vendemini e Piazza Castello.

Nel catasto pontificio del 1787, meglio noto come Catasto di Pio VI, il Palazzo era già costituito in un’unica unità immobiliare. Dalle descrizioni precedenti a questo periodo, prive di mappe, si apprende che in origine le proprietà erano quattro. Gli spazi, frutto della fusione di tipologie quattrocentesche, sono molto articolati ma l'operazione di omogeneizzazione si può dire ben riuscita.

Una iscrizione (A FUND. RENNOV. ANNO MDCCLXXII) ci dice infatti che la costruzione, o meglio –diremmo oggi- la ristrutturazione, avvenne nel 1772, quindi poco tempo prima dell’attivazione del catasto di Pio VI. Allora era noto come “Palazzo Vallicelli”. Era questa una ricca famiglia che aveva tratto le sue fortune dall’economia rurale inserendosi così fra quelle di censo tradizionale provenienti dal potere religioso e “politico”. Sappiamo che era proprietaria di molte case, di più modesta dimensione, nell’immediato intorno, destinate all’abitazione dei famigliari o da magazzini delle derrate di cui si lamentava -così risulta da scritti- la carenza a Palazzo.

Dopo varie vicissitudini, decaduta la famiglia originaria, agli inizi del secolo, il Palazzo venne in possesso di Gino Vendemini, da cui prese il nome attuale. Egli fu figura di rilievo per la piccola cittadina, sia sotto il profilo politico che culturale. Fu appunto questi che lasciò in eredità il Palazzo all’antica e gloriosa Rubiconia Accademia dei Filopatridi.

Da allora fu dato in locazione, come in parte è tutt’ora, subendo le consuete alterazioni sia sotto il profilo funzionale che strutturale. L’Accademia da allora trasferì nel Palazzo alcuni dei suoi uffici. In tempi recenti, l’Amministrazione ha ravvisato l’opportunità e la necessità di riappropriarsi di quei locali per esigenze dei pubblici servizi, stipulando una convenzione con l’Accademia, che ha portato al completo trasferimento di questa nel Palazzo Comunale.

Nel frattempo sviluppava un interessante programma di recupero del patrimonio del centro storico in un Piano di infrastrutture da dedicare alla cultura -proseguendo quindi idealmente quella funzione che in tempi passati esercitò l’Accademia molto aldilà della dimensione demografica del borgo- che coinvolge, oltreché il Palazzo Vendemini, anche il Monte di Pietà ed una vicina Chiesa.

Nel 1990 è stata sottoscritta la convenzione fra Comune ed Accademia per il reciproco godimento dell’Immobile. Una parte infatti, come si dirà, è destinata all’Accademia vera e propria, una è stata ceduta al Comune quale sede di manifestazioni culturali ed una resta sfruttabile da ambedue. Nello stesso anno è stato realizzato l’intervento di restauro, adeguamento impiantistico e consolidamento strutturale da parte degli architetti Tommaso Cantori e Piero Ravagli, che ha portato alla realizzazione dell’attuale impianto di riscaldamento e raffrescamento ad aria, l’inserimento del vano ascensore e il consolidamento dei solai interpiano e di copertura

Il Progetto

Il progetto si è articolato secondo i tre livelli canonici di approfondimento: studio di fattibilità (2017), progetto definitivo (2021) e progetto esecutivo (2022). Nel progetto definitivo si prevedeva una demolizione totale degli impianti meccanici inseriti negli anni 90, con realizzazione di nuovo impianto che potesse avere il minor impatto sull'estetica storica dell'immobile, garantendo la massima efficienza di funzionamento. Inoltre è stata formulata una proposta di rifunzionalizzazione di tutti gli spazi ai diversi piani dell'edificio, al fine di smobilitare gli archivi presenti nello stato di fatto (Archivio storico comunale e Archivio fotografico) e inserire nuove funzioni, tra le quali la Biblioteca dei Ragazzi e una nuova sala conferenze. ASP.ILT si è occupata di tutto il progetto di restauro e conservazione delle superfici in ogni ambiente, oltre al disegno dei nuovi elementi architettonici da inserirvi (bussola d'ingresso, cortile coperto, rampe per superamento di barriere architettoniche, parete di confinamento della nuova sala conferenze). 

Del progetto definitivo una gran parte delle lavorazioni è rientrata nel primo stralcio finanziato tramite fondi PNRR. Le opere rimanenti sono oggetto di stralci in corso di definizione. Per il primo stralcio è iniziata la fase esecutiva, in cui ASP.ILT ha il ruolo di Direzione Lavori.

Progettisti

Committente: Comune di Savignano sul Rubicone;

Progetto Architettonico e Direzione Lavori: ASP.ILT SRL;

Progetto impiantistico e Direzione Operativa impianti: Ing. Andrea Massari.

Coordinamento Sicurezza in fase di Progettazione ed Esecuzione: Ing. Luigi Tundo

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