BASTIONE SANGALLO - FANO (PU)
1999 - 2007
La storia
Il Bastione Sangallo, o meglio "del Sangallo", fu costruito a completamento delle mura malatestiane di Fano, per difendere la città dagli attacchi marittimi e dagli eserciti provenienti da Ancona, che giungevano dalla via Flaminia (oggi Adriatica). Esso quindi fungeva da contraltare alla Rocca Malatestiana, rivolta a Nord - Ovest.
Il Bastione fu costruito dal 1532 al 1552, su progetto del celebre Antonio da Sangallo "il Giovane", per volere di Papa Clemente VII. Il Bastione è suddiviso due piazze, una più alta dove erano sistemate le batterie di cannoni e una più bassa, adorna da arcate, ove veniva sistemata la polveriera. La forma a triangolo della fortezza, con i muri "a zoccolo", era l'ideale per respingere in maniera più efficace le cannonate provenienti dall'esterno.
Il restauro
Gli studi, le ricerche e i saggi svolti per supportare i lavori di restauro del Bastione Sangallo in Fano hanno messo in rilievo sin dall'inizio la
complessità del testo architettonico, sia per le modifiche subite durante la sua realizzazione, sia per i successivi adeguamenti funzionali effettuati in relazione allo sviluppo dell'arte militare e ai cambi d'uso.
I sondaggi e gli scavi, finanziati per l'esecuzione del progetto, eseguiti a campioni in punti localizzati, non sono stati sufficienti per la comprensione esaustiva del manufatto, delle sue diverse fasi storiche, delle sue stratificazioni e della complessità delle strutture occultate da un processo d'interramento avvenuto nel corso dei secoli. Il forte spessore di terreno riportato - anche 5-6 metri - e l'inaccessibilità di diversi
luoghi è stata fonte di incognite risolte durante l'esecuzione dei lavori. Di qui la necessità scontata di approfondire e meglio indagare anche a cantiere aperto, durante la fase esecutiva, la consistenza originaria e le sovrapposizioni storiche e, quindi, l'esigenza di una direzione lavori sensibile a questi aspetti propri di ogni intervento di restauro che voglia
tutelare le preesistenze, ma che si è assunta anche il doveroso onere dell'adeguamento del progetto, nonostante le notevoli difficoltà di
carattere amministrativo insorte nei cantieri di restauro a seguito dell'emanazione della legge sui lavori pubblici 109/94 e del suo
Regolamento. Con questa premessa risulta evidente la necessità di affrontare il progetto di restauro supportandolo con una approfondita ricerca orientata ad ampio raggio su diversi settori disciplinari e con il contributo di competenze professionali specialistiche, abituate ad
interagire fra loro. Indispensabile è l'opportunità di discussione e di confronto fra i diversi specialisti perchè la si considera una garanzia per la miglior riuscita dell'opera di conservazione e restauro, la quale richiede, per sua natura, una reale dialettica fra competenze e sensibilità diverse, tutte rivolte al comune intento della conservazione e trasmissione al futuro del bene culturale oggetto dell'intervento.
Il progetto di restauro e l'esecuzione dei lavori hanno impegnato i professionisti di ASP.ILT, Arch. Stefano Piazzi e Ing. Luigi Tundo, insieme al Prof. Arch. Giampiero Cuppini, ad altri tecnici come il Prof. Ing. Claudio Galli, l'Ing. Giuseppe Tosti. Il tutto è stato eseguito con la consulenza del Prof. Arch. Giovanni Carbonara.
Il progetto originario redatto per l'appalto dei lavori, ha inevitabilmente subito cambiamenti legati non solo alla riscoperta dell'identità
costruttiva del monumento e delle sue fasi storiche, ma anche legati all'incompatibilità fra il nuovo stato accertato con l'uso ipotizzato.
In itinere è risultato evidente che le scelte d'uso operate dalla Committenza e le conseguenti proposte progettuali non potevano essere realizzate in quanto, nello specifico, l'esposizione museale necessita di strutture di servizio ed impiantistiche non felicemente integrabili negli spazi e che avrebbero interagito negativamente con lo stato ritrovato.
La realizzazione di spazi chiusi per l'esposizione, da realizzare nella loggia della piazza bassa inferiore, ricavati mediante la chiusura con una
parete vetrata degli archi che si affacciano sulla piazza stessa, avrebbe creato discontinuità visiva e alterato il sistema originario d'uso dello
spazio basato su regole ben precise. La demolizione della parete muraria, realizzata negli anni '50, che accludeva gli archi e impediva l'accesso alla piazza, ha messo in luce l'unitarietà del sistema piazza - loggia e il delicato equilibrio rafforzato anche dalle decorazioni presenti negli archi interni ed esterni e nelle cannoniere, entrambi caratterizzati dall'uso di mattoni bicolore.
La necessità di realizzare pavimentazioni stabili avrebbe occultato le tracce delle stratigrafie pavimentali emerse dagli scavi e legate ai diversi usi succedutisi nei secoli; l'uso di impianti sofisticati per l'illuminazione, l'antincendio, l'antintrusione avrebbero alterato le superfici murarie a vista, connotate sia dai diversi segni di quote pavimentali, sia dalle modifiche avvenute nel tempo.
L'uso originario del monumento non può essere sottovalutato e posto in secondo ordine, in quanto la sua configurazione e conformazione
costruttiva costituisce un sistema inscindibile con le necessità e le risoluzioni legate all'arte militare e al suo sviluppo nel corso dei secoli;
Inevitabilmente in casi come il nostro, il monumento diventa un museo di se stesso, in quanto fonte di documentazione preziosa per la
comprensione dell'evoluzione delle regole legate all'architettura militare ed è quindi necessario conservare ogni traccia in quanto documento.
Il bastione, dopo il restauro, ha sempre ospitato eventi culturali promossi dall'amministrazione comunale.
Gli obiettivi del restauro, in corso di ultimazione, sono di intervenire senza rinunciare alla sua evidenza storica e alla pluralità delle fasi, in modo da lasciare ampia possibilità alla lettura diretta del testo architettonico e a nuove prospettive di ricerca.
Progettisti
Committente: Comune di Fano;
Progetto Architettonico: Prof. Arch. Giampiero Cuppini, Arch. Stefano Piazzi, Ing. Luigi Tundo, Prof. Ing. Claudio Galli, Prof. Arch. Giovanni Carbonara;
Progetto strutturale: Ing. Giuseppe Tosti;
Progettazione impianti: Prof. Ing. Giorgio Raffellini;
Coordinamento Sicurezza in fase di Progettazione ed Esecuzione: Ing. Luigi Tundo:
Direzione Lavori: Prof. Arch. Giampiero Cuppini, Arch. Stefano Piazzi, Ing. Luigi Tundo.